FRATELLI BROCHE
Richiamo all’ordine
Con: Family Broche
Richiamo all'ordine nel senso che: quando tutto diventa concettuale è il momento di ritornare alle regole di narrazione; ma per noi Broche figli degli anni '80 dove tutto era simbolo, avendo aattraversato gli anni '90 dove tutto era concetto non è cosi immediato Ritornare all'ordine. Scegliamo quindi la miscela: narrazione e concetto per esprimerci in un'installazione perfomativa. Lo stile è miscellanea e ossimoro insieme di estetica decadente e POP, oggetti e spazi conturbanti perchè sconvolti dalla loro quotidianità. Le caratteristiche della fiaba introdotte come sublimazione dell'abisso psicologico. Le icone familiari perdono i confini della familiarità e l'ambiguità viene introdotta come metodo di espressione catalizzatrice.
L'ironia porta alla trasfigurazione dei simboli rendendoli familiari anche se perturbanti e quindi innocui per perdere così la loro pesantezza acquisita dalla storia. Le convenzioni della società vengono indossate e interpretate per essere distrutte e divorate da dentro.
RICHIAMO ALL'ORDINE
...la famiglia Broche in questa puntata aprirà le porte della cappella di famiglia per una meditazione domenicale e una ginnastica distensiva in preparazione all'estate.
16 e 17 giugno 2009, ore 21
Oratorio del Baraccano,
via del Baraccano 2,
BOLOGNA
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L'ironia porta alla trasfigurazione dei simboli rendendoli familiari anche se perturbanti e quindi innocui per perdere così la loro pesantezza acquisita dalla storia. Le convenzioni della società vengono indossate e interpretate per essere distrutte e divorate da dentro.
RICHIAMO ALL'ORDINE
...la famiglia Broche in questa puntata aprirà le porte della cappella di famiglia per una meditazione domenicale e una ginnastica distensiva in preparazione all'estate.
16 e 17 giugno 2009, ore 21
Oratorio del Baraccano,
via del Baraccano 2,
BOLOGNA
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LEMEH42
Collected Video
12Night
Musica: Lemeh42
Tecnica: photomotion
Durata: 2’
Il silenzio dell'amore
Musica: Marco Scattolini
Tecnica: photomotion
Durata: 6'
Cerca de mi
Musica: Jesus Hernandez Hernandez
Tecnica: photomotion
Durata: 4'
Cuore di Legno
Musica: Marco Scattolini
Durata: 15'
Tecnica: video digitale, animazione digitale, stop motion, digital recorded performance
Wasteland
Musica: Marco Scattolini
Tecnica: photomotion
Durata: 30’’
Alice in wonderland
Musica: Marco Scattolini
Tecnica: digital video e photomotion
Durata: 3’45’’
Et dukkehjem (Casa di bambola)
Musica: John Cage
Durata: 2' 17''
Tecnica: digital video
Miscellaneous animations
Musica: AAVV
Durata: 4'
Tecnica: animazione digitale
Study on human form and humanity #01
Musica: Marco Scattolini
Durata: 01’ 54’’
Tecnica: digital video
Image de la plaine
Musica: Swod
Durata: 2'
Tecnica: animazione digitale
ABCD
Musica: Arvo Part
Durata: 4' 45''
Tecnica: digital animation
16 giugno 2009, ore 21
Oratorio del Baraccano,
via del Baraccano 2,
BOLOGNA
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Collected Video
12Night
Musica: Lemeh42
Tecnica: photomotion
Durata: 2’
Il silenzio dell'amore
Musica: Marco Scattolini
Tecnica: photomotion
Durata: 6'
Cerca de mi
Musica: Jesus Hernandez Hernandez
Tecnica: photomotion
Durata: 4'
Cuore di Legno
Musica: Marco Scattolini
Durata: 15'
Tecnica: video digitale, animazione digitale, stop motion, digital recorded performance
Wasteland
Musica: Marco Scattolini
Tecnica: photomotion
Durata: 30’’
Alice in wonderland
Musica: Marco Scattolini
Tecnica: digital video e photomotion
Durata: 3’45’’
Et dukkehjem (Casa di bambola)
Musica: John Cage
Durata: 2' 17''
Tecnica: digital video
Miscellaneous animations
Musica: AAVV
Durata: 4'
Tecnica: animazione digitale
Study on human form and humanity #01
Musica: Marco Scattolini
Durata: 01’ 54’’
Tecnica: digital video
Image de la plaine
Musica: Swod
Durata: 2'
Tecnica: animazione digitale
ABCD
Musica: Arvo Part
Durata: 4' 45''
Tecnica: digital animation
16 giugno 2009, ore 21
Oratorio del Baraccano,
via del Baraccano 2,
BOLOGNA
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Dry_Art / MATARO DA VERGATO
Orfeo e il Poeta
Orfeo e il Poeta
con:
Massimiliano Martinez
Mataro da Vergato
E’ un recital incentrato sulla figura del poeta cantore. Qui però le due figure si sdoppiano e accanto all'Orfeo mitologico, summa di poesia, musica e retorica, si inserisce il moderno poeta che alla propria voce affianca l'uso del corpo, lingue diverse nella materia ma identiche nella sostanza. Orfeo è Mataro da Vergato che accompagna il proprio canto alla lyra (strumento da lui stesso progettato e fatto realizzare, quindi pezzo unico al Mondo), intrecciandosi poi ai moderni versi di Massimiliano Martines, attore e poeta, sulla scia di quanto tramandato dalla tradizione ellenica. Il gioco di contrasti e rimandi crea una partitura di grande intensità emotiva e sonora. Accanto al recupero fatto da Mataro da Vergato, nel corso di anni di studio, degli antichi inni ed epitaffi, e all'arrangiamento di moderne canzoni (da segnalare l'omaggio a Jacques Prévert de “Les Feuilles mortes”), si inseriscono i caustici testi, per la maggior parte inediti, di Martines, talvolta veri e propri monologhi teatrali.
16 giugno 2009, ore 21
Oratorio del Baraccano,
via del Baraccano 2,
BOLOGNA
23 e 25 giugno 2009, ore 21
Teatro di Villa Mazzacorati,
via Toscana 17-19,
BOLOGNA
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CITTA’ DI EBLA
PHARMAKOS
nucleo fondativo
con
Valentina Brevetti, Elisa Gandini, Marco Mannucci, Melania Marcatelli, Claudio Tozzola
e con la partecipazione diThomas Lombardi , Alessandro Massa
PHARMAKOS
nucleo fondativo
con
Valentina Brevetti, Elisa Gandini, Marco Mannucci, Melania Marcatelli, Claudio Tozzola
e con la partecipazione diThomas Lombardi , Alessandro Massa
Trucco di scena
Elisa Gandini
Direzione Tecnica
Thomas Lombardi
Corpo del suono
Elicheinfunzione
Elicheinfunzione
Regia
Claudio Angelini
Fotografia
Gianluca “Naphtalina” Camporesi
Riprese video
Achille Matassoni
Montaggio e regia video
Gianluca “Naphtalina” Camporesi
Una produzione
Città di Ebla, Nutrimenti 2007, Mgm Mondo del Vino
Il nucleo della concezione di Pharmakos riguarda la volontà di creare un cortocircuito fra corpo sacrificale e corpo medico come punte estreme di una parabola sulla natura e l’evoluzione del senso del corpo.
Siamo testimoni di un’epoca che ha ormai cancellato il senso profondo degli antichi riti, sparpagliandoli nell’esistenza, mistificandoli, annullando il concetto di pharmakos come significante bivalente, “male” e “rimedio” al contempo, e più in generale eliminando il senso delle cose “sacre”, pure ed impure come varietà del medesimo genere.
La ricerca che affrontiamo mira a ristabilire questa continua oscillazione di senso dei segni, mira alla doppia faccia di un’ unica medaglia, mira ad una fluttuazione. I movimenti realizzati sono uno sviluppo del primo denominato “embrione” che contiene in forma microscopica, appena visibile, tutti gli elementi dei movimenti successivi.
17 giugno 2009, ore 21
Oratorio del Baraccano,
via del Baraccano 2,
BOLOGNA
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ANNA AMADORI
Quattordici
Interno Poetico
testi da
Allen Ginsberg, Aldo Gargani
cura dello spazio
Anna Amadori
Quattordici
Interno Poetico
testi da
Allen Ginsberg, Aldo Gargani
cura dello spazio
Anna Amadori
in collaborazione con
Fulvio Ianneo
La donna con la vestaglia
Anna Amadori
Ringraziamenti
Raffaella Grimaudo
Alessandra Pace
Piero Serra
Carolina Talon Sampieri
Quattordici è una donna in una stanza, con un bicchiere d’acqua, una finestra, un acquario.
Quattordici è il suo tentativo di guarigione,di armonia e equilibrio.
Quattordici è un atto gratuito sulla santità del mondo e della bontà,
sulla potenza dell’ascolto e della solitudine da dove si riesce a parlare
agli altri.
Quattordici è una preghiera per la poesia e per la bellezza.
Quattordici è una richiesta di aiuto con le parole di Allen Ginsberg e Aldo Gargani.
Quattordici è un invito a sedersi in luogo intimo e acquatico e farsi ospitare.
Quattordici è una breve azione teatrale di Anna Amadori in un interno abitato
da una donna in vestaglia da camera
che parla a sé stessa come fossero tutti gli altri,
che rimangono fuori e che ci lasciano soli.
Quattordici è la fiaba del quattordicesimo di tredici fratelli che salva tutti grazie
alla sua straordinaria e tutta terrena forza,
alla completa accettazione di sé e delle sue vicissitudini.
Quattordici è mio padre quand’era vivo.
Quattordici sono io quando divento Mario.
17 giugno 2009, ore 21
Oratorio del Baraccano,
via del Baraccano 2,
BOLOGNA
24 e 26 giugno 2009, ore 21
Teatro di Villa Mazzacorati,
via Toscana 17-19,
BOLOGNA
++++++++++++++++++++++++
KOMAKINO
LONG PLAYING
primo studio
Un’idea di:
Andrea Alessandro La Bozzetta
Scrittura scenica di KomaKino
Con:
Andrea Alessandro La Bozzetta
Mauro Milone
Laura Pizzirani
Musiche e suoni originali: Deram
Myanmar, Fridge
Luci: Erika Murru
Una produzione KomaKino
Coprodotto da:
Angelo Mai Occupato – Roma
Festival Per Aspera – Bologna
Con il sostegno di:
Sì – Teatrino Clandestino con il
Comune di Bologna
OQ# OpenQuadra – Bologna
Delta-Bo Project – Bologna
Ass. Culturale Ibis Onlus – Nettuno
Festival Rifrazioni – Nettuno
Atelier Occupato Esc – Roma
Compagnia del Serraglio
Teatro Malatesta - Montefiore Conca
tutto ci si poteva aspettare da lui, tranne che mettesse fine alla
sua vita.
chiunque, si sarebbe detto, ma non lui
è una cosa che non gli si addice. non lo conosciamo forse tutti?
la sua morte è così in disaccordo con tutta la sua vita, e così priva di motivazioni
in tutta la sua opera
“è incomprensibile. che cosa gli mancava?”
“a un cane, una morte da cane”
17 e 18 giugno 2009, ore 22,30
Spazio Sì,
via San Vitale 67,
BOLOGNA
LONG PLAYING
primo studio
Un’idea di:
Andrea Alessandro La Bozzetta
Scrittura scenica di KomaKino
Con:
Andrea Alessandro La Bozzetta
Mauro Milone
Laura Pizzirani
Musiche e suoni originali: Deram
Myanmar, Fridge
Luci: Erika Murru
Una produzione KomaKino
Coprodotto da:
Angelo Mai Occupato – Roma
Festival Per Aspera – Bologna
Con il sostegno di:
Sì – Teatrino Clandestino con il
Comune di Bologna
OQ# OpenQuadra – Bologna
Delta-Bo Project – Bologna
Ass. Culturale Ibis Onlus – Nettuno
Festival Rifrazioni – Nettuno
Atelier Occupato Esc – Roma
Compagnia del Serraglio
Teatro Malatesta - Montefiore Conca
tutto ci si poteva aspettare da lui, tranne che mettesse fine alla
sua vita.
chiunque, si sarebbe detto, ma non lui
è una cosa che non gli si addice. non lo conosciamo forse tutti?
la sua morte è così in disaccordo con tutta la sua vita, e così priva di motivazioni
in tutta la sua opera
“è incomprensibile. che cosa gli mancava?”
“a un cane, una morte da cane”
17 e 18 giugno 2009, ore 22,30
Spazio Sì,
via San Vitale 67,
BOLOGNA
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DASTRAMONIO
KID
Rita Deiola
Federica Falancia
Alessandro Gulino
KID
Rita Deiola
Federica Falancia
Alessandro Gulino
Siamo partite da un bambino che in video rappresenta la parte più fragile ed intima dell’io. Sprofonda nell’esperienza di “buio” esistenziale che consente all’uomo intero di osservare sé stesso.
Il bambino sale dal fondo di questo nero, mentre si compie la sua trasformazione in donna. La donna, squarcerà il nero di ciò che è inconscio, di ciò che non comprende. Lo squarcio è una crepa attraverso cui la donna guarda se stessa e sovrastata dal senso di colpa, cerca conforto, comprensione, consiglio da chi, istituzionalmente rappresenta il divino nei palazzi del potere e dell’ordine costituito. Confessa attraverso il semplice racconto di un episodio, di aver preso coscienza della sua infelicità, della sua mediocrità. Confessa di aver visto in sé la “banalità del male” che mostrifica l’essenza umana. Confessa che la sua coscienza ed il suo cuore sono inariditi ed impermeabili alla profonda sofferenza dell’anima propria ed altrui, entrambe ridotte “come un corpo senza pelle”, come un corpo vuoto degli organi vitali, cuore compreso.
La confessione è una richiesta di aiuto in un tempo contemporaneo di indifferenza civile e ignoranza. In cui la brutalità, anche politica è ormai cosa normale, e di cui - data l’abitudine - si è persa la coscienza. La donna, dopo averci mostrato il dolore che la destruttura, viene da noi “martirizzata” in termini contemporanei.
18 giugno 2009, ore 21
Oratorio del Baraccano,
via del Baraccano 2,
BOLOGNA
26 giugno 2009, ore 21
Teatro di Villa Mazzacorati,
via Toscana 17-19,
BOLOGNA
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Il bambino sale dal fondo di questo nero, mentre si compie la sua trasformazione in donna. La donna, squarcerà il nero di ciò che è inconscio, di ciò che non comprende. Lo squarcio è una crepa attraverso cui la donna guarda se stessa e sovrastata dal senso di colpa, cerca conforto, comprensione, consiglio da chi, istituzionalmente rappresenta il divino nei palazzi del potere e dell’ordine costituito. Confessa attraverso il semplice racconto di un episodio, di aver preso coscienza della sua infelicità, della sua mediocrità. Confessa di aver visto in sé la “banalità del male” che mostrifica l’essenza umana. Confessa che la sua coscienza ed il suo cuore sono inariditi ed impermeabili alla profonda sofferenza dell’anima propria ed altrui, entrambe ridotte “come un corpo senza pelle”, come un corpo vuoto degli organi vitali, cuore compreso.
La confessione è una richiesta di aiuto in un tempo contemporaneo di indifferenza civile e ignoranza. In cui la brutalità, anche politica è ormai cosa normale, e di cui - data l’abitudine - si è persa la coscienza. La donna, dopo averci mostrato il dolore che la destruttura, viene da noi “martirizzata” in termini contemporanei.
18 giugno 2009, ore 21
Oratorio del Baraccano,
via del Baraccano 2,
BOLOGNA
26 giugno 2009, ore 21
Teatro di Villa Mazzacorati,
via Toscana 17-19,
BOLOGNA
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Fulvio Ianneo
Muñeca de la calle
Fulvio Ianneo sotto a un crocifisso
prova a fare poesia visiva
come un lungo viaggio
Installazione di video poesia
Il rimanente che cerco,
l’invisibile svanito
prima del suo arrivo alla luce
l’acqua di un mare dai morbidi gorghi
dispensa infinita di riflessi di luce
sui fondali sommersi da nuvole
di sabbia polverosa
il rimanente, vagamente intuito
come un babbo natale sfuggito
al sopralluogo di un bambino notturno,
oceano entrato nei cuori senza pace
con la sua retorica di detriti ammuffiti
di misteri incrostati,
Il rimanente non apparirà neppure se mi spetta
Non apparirà se non in piccoli frammenti
di poesia
18 - 19 giugno 2009, ore 21
Oratorio del Baraccano,
via del Baraccano 2,
BOLOGNA
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Muñeca de la calle
Fulvio Ianneo sotto a un crocifisso
prova a fare poesia visiva
come un lungo viaggio
Installazione di video poesia
Il rimanente che cerco,
l’invisibile svanito
prima del suo arrivo alla luce
l’acqua di un mare dai morbidi gorghi
dispensa infinita di riflessi di luce
sui fondali sommersi da nuvole
di sabbia polverosa
il rimanente, vagamente intuito
come un babbo natale sfuggito
al sopralluogo di un bambino notturno,
oceano entrato nei cuori senza pace
con la sua retorica di detriti ammuffiti
di misteri incrostati,
Il rimanente non apparirà neppure se mi spetta
Non apparirà se non in piccoli frammenti
di poesia
18 - 19 giugno 2009, ore 21
Oratorio del Baraccano,
via del Baraccano 2,
BOLOGNA
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Angelo di Bello
Μνημοσύνη
…dall’archivio al ricordo…
(anamnesi di un malato di vista)
video: Angelo di Bello
Miope. Molto miope.
Per vedere, riuscire a vedere, ho bisogno delle lenti.
Ho bisogno di un corpo estraneo per vedere.
Una Malattia: porre fra il mondo e i miei occhi
un qualcosa che migliori la vista.
Prima gli occhiali, poi una videocamera, una cinepresa.
ORA VEDO!
Immagazzino immagini che creano il mio ricordo.
Grazie alla macchina da presa, prendo e conservo.
Poi… la memoria.
Memoria in immagini di un (quasi) cieco.
Non c’è storia! Ora vedo, nell’archivio ci vedo.
Non c’è storia! Solo così riconosco ciò che ho visto.
Non c’è storia! Le immagini sono ora fuori
dal tempo e dal luogo e dallo spazio:
UNIVERSALI.
La memoria le interseca a suo esclusivo piacimento.
Che dicono queste immagini? Niente di nuovo, per chi non le ha mai viste.
Sono generate dalla memoria…
“ […] Le generò nella Pieria, unitasi al padre Cronide,
Mnemosine, signora dei colli di Eleutere,
perché fossero oblio dei mali e ristoro dagli affanni.”
[Esiodo,” Teogonia”, 50]
18 giugno 2009, ore 21
Oratorio del Baraccano,
via del Baraccano 2,
BOLOGNA
Μνημοσύνη
…dall’archivio al ricordo…
(anamnesi di un malato di vista)
video: Angelo di Bello
Miope. Molto miope.
Per vedere, riuscire a vedere, ho bisogno delle lenti.
Ho bisogno di un corpo estraneo per vedere.
Una Malattia: porre fra il mondo e i miei occhi
un qualcosa che migliori la vista.
Prima gli occhiali, poi una videocamera, una cinepresa.
ORA VEDO!
Immagazzino immagini che creano il mio ricordo.
Grazie alla macchina da presa, prendo e conservo.
Poi… la memoria.
Memoria in immagini di un (quasi) cieco.
Non c’è storia! Ora vedo, nell’archivio ci vedo.
Non c’è storia! Solo così riconosco ciò che ho visto.
Non c’è storia! Le immagini sono ora fuori
dal tempo e dal luogo e dallo spazio:
UNIVERSALI.
La memoria le interseca a suo esclusivo piacimento.
Che dicono queste immagini? Niente di nuovo, per chi non le ha mai viste.
Sono generate dalla memoria…
“ […] Le generò nella Pieria, unitasi al padre Cronide,
Mnemosine, signora dei colli di Eleutere,
perché fossero oblio dei mali e ristoro dagli affanni.”
[Esiodo,” Teogonia”, 50]
18 giugno 2009, ore 21
Oratorio del Baraccano,
via del Baraccano 2,
BOLOGNA
++++++++++++++++++++++++
Cosmesi
La primadonna_chi semina vento raccoglie tempesta
Una produzione Cosmesi
Di Eva Geatti e Nicola Toffolini
In collaborazione con Michele Bazzana
Suono di Stefano Pilia
Allestimento in collaborazione con Davide Macor
Elettronica in collaborazione con Tommaso Pecile
Con la consulennza tecnica di:
Allestimenti_ Enrico Lain
Illuminotecnica_ Cristian Zanor
Elaborazione file di taglio_ Stefano Paron
la primadonna_ Il Principio:
La primadonna nell’occhio del ciclone.
Grandi disastri femminili - Grandi disastri al femminile
«Io ti ho fatto e io ti distruggo» mi diceva sempre “Donna Giuliana”.
...Come lentamente cresce una costruzione.
...Come velocemente appare il disastro.
...Come viene percepita la distruzione mentre accade.
Sono discorsi sulla potenza.
Rimanere fermi, statici nel centro del ciclone...nella quiete sospesa...per non esserne rapiti, trascinati via, travolti, coinvolti.
...E se la primadonna fosse il fulcro?
Immobile cresce tra l’approvazione degli altri una figura che mette in primo piano il valore del suo corpo, della sua immagine.
Essa esprime uno sforzo costante per restare fedele al suo essere visibile.
Una tensione continua nell’affermarsi.
Nella staticità, nella potenza, Lei è!
Lei il fulcro.
Prima in positivo...
Poi in negativo...
Esprime continua ambivalenza.
Prima crescita, poi distruzione.
E sempre Lei resta!
...Come una folata d’aria...Un vento forte...Un uragano “cattivo”...Una tromba d’aria improvvisa...Eventi che cambiano radicalmente il paesaggio e il comportamento dell’uomo.
modifica-distruggi modifica-distruggi modifica-distruggi modifica-distruggi modifica-distruggi modifica-distruggi modificadistruggi modifica-distruggi modifica-distruggi modifica-distruggi modifica-distruggi…
19 giugno 2009, ore 21
Oratorio del Baraccano,
via del Baraccano 2,
BOLOGNA
La primadonna_chi semina vento raccoglie tempesta
Una produzione Cosmesi
Di Eva Geatti e Nicola Toffolini
In collaborazione con Michele Bazzana
Suono di Stefano Pilia
Allestimento in collaborazione con Davide Macor
Elettronica in collaborazione con Tommaso Pecile
Con la consulennza tecnica di:
Allestimenti_ Enrico Lain
Illuminotecnica_ Cristian Zanor
Elaborazione file di taglio_ Stefano Paron
la primadonna_ Il Principio:
La primadonna nell’occhio del ciclone.
Grandi disastri femminili - Grandi disastri al femminile
«Io ti ho fatto e io ti distruggo» mi diceva sempre “Donna Giuliana”.
...Come lentamente cresce una costruzione.
...Come velocemente appare il disastro.
...Come viene percepita la distruzione mentre accade.
Sono discorsi sulla potenza.
Rimanere fermi, statici nel centro del ciclone...nella quiete sospesa...per non esserne rapiti, trascinati via, travolti, coinvolti.
...E se la primadonna fosse il fulcro?
Immobile cresce tra l’approvazione degli altri una figura che mette in primo piano il valore del suo corpo, della sua immagine.
Essa esprime uno sforzo costante per restare fedele al suo essere visibile.
Una tensione continua nell’affermarsi.
Nella staticità, nella potenza, Lei è!
Lei il fulcro.
Prima in positivo...
Poi in negativo...
Esprime continua ambivalenza.
Prima crescita, poi distruzione.
E sempre Lei resta!
...Come una folata d’aria...Un vento forte...Un uragano “cattivo”...Una tromba d’aria improvvisa...Eventi che cambiano radicalmente il paesaggio e il comportamento dell’uomo.
modifica-distruggi modifica-distruggi modifica-distruggi modifica-distruggi modifica-distruggi modifica-distruggi modificadistruggi modifica-distruggi modifica-distruggi modifica-distruggi modifica-distruggi…
19 giugno 2009, ore 21
Oratorio del Baraccano,
via del Baraccano 2,
BOLOGNA
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N.Tommaseo, B. Bellini, Dizionario della Lingua Italiana, Volume Primo, Unione Tipografica Editrice, Torino 1865, voce “Arte”.
19 giugno 2009, ore 21
Oratorio del Baraccano,
via del Baraccano 2,
BOLOGNA
19 giugno 2009, ore 21
Oratorio del Baraccano,
via del Baraccano 2,
BOLOGNA
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Gulino/Rico/Scorza
Alba
Voce: Rocío Rico Romero
Sound designer: Alessandro Gulino e Vincenzo Scorza
Alba
Voce: Rocío Rico Romero
Sound designer: Alessandro Gulino e Vincenzo Scorza
ALBA è una nascita continua ed inarrestabile di vortici acustici. Dalla prima nota e dalla prima vibrazione vocale scatta una seduzione sonora in continuo feedback. È un lavoro da svolgere in assoluta improvvisazione, dal vivo.
La vocalità flamenca esaltando l’aspetto passionale delle composizioni, imbastisce le tessiture vocali e il disegno sonoro con i diversi stati emotivi (malinconia, passione, frenesia...) e insieme alla musica elettronica, malleabile e stranamente calda, danno vita ad ALBA.
19 giugno 2009, ore 21
Oratorio del Baraccano,
via del Baraccano 2,
BOLOGNA
23 giugno 2009, ore 21
Teatro di Villa Mazzacorati,
via Toscana 17-19,
BOLOGNA
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La vocalità flamenca esaltando l’aspetto passionale delle composizioni, imbastisce le tessiture vocali e il disegno sonoro con i diversi stati emotivi (malinconia, passione, frenesia...) e insieme alla musica elettronica, malleabile e stranamente calda, danno vita ad ALBA.
19 giugno 2009, ore 21
Oratorio del Baraccano,
via del Baraccano 2,
BOLOGNA
23 giugno 2009, ore 21
Teatro di Villa Mazzacorati,
via Toscana 17-19,
BOLOGNA
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Macellerie Pasolini
Love Car
Love Car
Con:
Cristina Matta
Romano Tre Ré
…E tremar si deve, fin quando
non si riesca a guarire,
questa sinistra capacità di [non] morire…
Victor Hugo, L'Année terribile
23-24-25-26 giugno 2009, ore 21
Teatro di Villa Mazzacorati,
via Toscana 17-19,
BOLOGNA
++++++++++++++++++++++++
Cilema Reisen
8%
8%
di: Cabiria Nicosia e Mauro Milone
ideazione: Cabiria Nicosia
in scena: Mauro Milone
musiche: Ffragraff, Antonio Vivaldi, Cilema Reisen
Secondo una ricerca condotta dall'Università olandese di Groningen, la presenza di una donna, indipendentemente dal suo aspetto fisico, fa alzare il livello di testosterone dell'uomo dell’8%, incrementando di conseguenza la sua libido, una reazione automatica e inconscia che si sviluppa per predisporre gli uomini all'opportunità di un possibile accoppiamento.
Di tale esperimento rimane una stanza buia e spoglia, eletta a luogo contenitore, nella quale il performer si ritrova a fare i conti con la stagnazione del suo desiderio, cercando di adattarsi ad una realtà che ha perso senso e profondità.
Il dis/adattato è scisso tra stasi ed estasi, procede istintualmente e inconsciamente verso una direzione regressiva, cerca vanamente la sua donna tra annunci di giornali, spot televisivi, per poi scoprire che non gli resta nient’altro che una forma, una delle tante visibili. L’uomo diventa così una diga che accumula potenziale (erotico) senza la possibilità reale di una valvola di sfogo, e trasformerà la sua pulsione energica in forza distruttiva.
23 giugno 2009, ore 21
Teatro di Villa Mazzacorati,
via Toscana 17-19,
BOLOGNA
++++++++++++++++++++++++
Andrea Pagnes/Verena Stenke
Lucid Dreams
Con: Andrea Pagnes e Verena Stenke
Testi scena: Andrea Pagnes, Laura Bucciarelli
registrazioni: da Lucid Dreams narrati da Celia Green (Institute of Psychophysical Reserach Oxford).
Musiche: Verena Stenke
Materiali Video: Verena Stenke, Alessandro Fantechi
Lucid Dreams è un lavoro performativo sul concetto di "dreaming and awakening" psicofisico, dove il processo di acquisizione di coscienza conduce ad una parziale trasformazione dell'essere.
Gli opposti si attraggono per progressione temporale: si contaminano, diventano altro, diventano uno e testimoniano un'esperienza.
24 giugno 2009, ore 21
Teatro di Villa Mazzacorati,
via Toscana 17-19,
BOLOGNA
++++++++++++++++++++++++
Lucid Dreams
Con: Andrea Pagnes e Verena Stenke
Testi scena: Andrea Pagnes, Laura Bucciarelli
registrazioni: da Lucid Dreams narrati da Celia Green (Institute of Psychophysical Reserach Oxford).
Musiche: Verena Stenke
Materiali Video: Verena Stenke, Alessandro Fantechi
Lucid Dreams è un lavoro performativo sul concetto di "dreaming and awakening" psicofisico, dove il processo di acquisizione di coscienza conduce ad una parziale trasformazione dell'essere.
Gli opposti si attraggono per progressione temporale: si contaminano, diventano altro, diventano uno e testimoniano un'esperienza.
24 giugno 2009, ore 21
Teatro di Villa Mazzacorati,
via Toscana 17-19,
BOLOGNA
++++++++++++++++++++++++
Teatro Spaesato
Topi!
Topi!
“prodromi ad una raccolta
differenziata del teatro”
Testo e regia
Agatino Di Martino
differenziata del teatro”
Testo e regia
Agatino Di Martino
Interpreti
Alassandro Franceshini
Albano Innocenti
Andrea Petritoli
Anna Felicori
Carmine Buonocore
Cristina Trerè Matta
Daniela Pomponi
Eugenio Milizia
Federica Trerè
Luciana Amati
Patrizia Leonelli
Romano Trerè
Sica Lamas Berenice
Silvana Sabattini
Tania Michilli
Il Topus Teatralis, specie ormai in estinzione, predilige un humus culturale con una spiccata propensione per il bello, il teatro e le arti performative.
Ormai, nell’ultimo ventennio, con le nuove scoperte nel campo della derattizzazione, è costretto a vivere cercando di arrangiarsi come può… Ma viene quasi sempre snidato.
E’ estremamente emotivo, costantemente alla ricerca di spazi teatrali per potersi riprodurre in santa pace…. Un esserino affannato carico di attrezzature pesanti e spesso scadenti che lui usa con una maestria inaspettata.
Gli enti preposti alla sorveglianza conoscono bene le sue abitudini e gli impediscono di sostare in luoghi adatti eliminando qualsiasi scarto economico per le piccole necessità e rendendo la normativa giuridica in fatto di riproduzione talmente capziosa e anti economica da stremarlo molto prima.
A volte, nell’impeto dell’affanno, con un guizzo di genialità, riesce a riprodursi e allora sfoggia tutta la sua bellezza, eleganza, maestosità, efficacia; un bellissimo pelo e una coda voluttuosa con i suoi dentini bianco candido; si muove in scena compiendo il suo atto più completo.
In molti si sono chiesti perché tanto accanimento, convegni e studiosi si sono occupati della questione. Ci sono state persino manifestazioni di solidarietà e forse qualche interpellanza parlamentare, ma nulla da fare: Il Topus Teatralis è troppo autonomo nelle sue attività; sfugge al controllo, ha sempre bisogno di esprimersi. Consuma!
E soprattutto, lasciato libero, si riproduce troppo in fretta e con troppa efficacia.
Il Topus Teatralis si distingue da suo cugino, con il quale viene confuso spesso, ovvero il Topus Istituzionalis, estremamente raffinato, di pelo lucido e di dimensioni decisamente maggiori.
25 giugno 2009, ore 21
Teatro di Villa Mazzacorati,
via Toscana 17-19,
BOLOGNA
Alassandro Franceshini
Albano Innocenti
Andrea Petritoli
Anna Felicori
Carmine Buonocore
Cristina Trerè Matta
Daniela Pomponi
Eugenio Milizia
Federica Trerè
Luciana Amati
Patrizia Leonelli
Romano Trerè
Sica Lamas Berenice
Silvana Sabattini
Tania Michilli
Il Topus Teatralis, specie ormai in estinzione, predilige un humus culturale con una spiccata propensione per il bello, il teatro e le arti performative.
Ormai, nell’ultimo ventennio, con le nuove scoperte nel campo della derattizzazione, è costretto a vivere cercando di arrangiarsi come può… Ma viene quasi sempre snidato.
E’ estremamente emotivo, costantemente alla ricerca di spazi teatrali per potersi riprodurre in santa pace…. Un esserino affannato carico di attrezzature pesanti e spesso scadenti che lui usa con una maestria inaspettata.
Gli enti preposti alla sorveglianza conoscono bene le sue abitudini e gli impediscono di sostare in luoghi adatti eliminando qualsiasi scarto economico per le piccole necessità e rendendo la normativa giuridica in fatto di riproduzione talmente capziosa e anti economica da stremarlo molto prima.
A volte, nell’impeto dell’affanno, con un guizzo di genialità, riesce a riprodursi e allora sfoggia tutta la sua bellezza, eleganza, maestosità, efficacia; un bellissimo pelo e una coda voluttuosa con i suoi dentini bianco candido; si muove in scena compiendo il suo atto più completo.
In molti si sono chiesti perché tanto accanimento, convegni e studiosi si sono occupati della questione. Ci sono state persino manifestazioni di solidarietà e forse qualche interpellanza parlamentare, ma nulla da fare: Il Topus Teatralis è troppo autonomo nelle sue attività; sfugge al controllo, ha sempre bisogno di esprimersi. Consuma!
E soprattutto, lasciato libero, si riproduce troppo in fretta e con troppa efficacia.
Il Topus Teatralis si distingue da suo cugino, con il quale viene confuso spesso, ovvero il Topus Istituzionalis, estremamente raffinato, di pelo lucido e di dimensioni decisamente maggiori.
25 giugno 2009, ore 21
Teatro di Villa Mazzacorati,
via Toscana 17-19,
BOLOGNA
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